Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







mercoledì 24 novembre 2010

Post-it da Frigorifero.

Sempre un po' per quella storia dei Bilanci.
Avete mai provato a prendere carta e penna (o un file excel, per i meno retrò) voltarvi un attimo indietro nel tempo e annotare una lista di cose, inclusiva di tutto ciò che, per voi, è stato Rilevante?
Dove per Rilevante, intendo tutto ciò che in un qualche modo ha creato un solco nel cuore, nella memoria, nelle sinaspi del sistema nervoso. Intendo cose fatte e riuscite più o meno bene - ma fatte - situazioni nuove, incontri inaspettati, luoghi visitati per la prima volta, pensieri sfuggiti, consapevolezze illuminanti, squarci di vita, profumi inebrianti, musiche evocative. Libere associazioni di idee. Ispirazioni. Orizzonti lontani. Colori.
Questo piccolo impegno di memoria è ancora più significativo, per me, se fatto a fine anno ( il Bilancio urge!). Sai mai che poi mi dimentico la strada fatta per arrivare fino a dove sono arrivata. Qui. Ora. Che per poca o tanta che sia (è tutto sempre incredibilmente relativo), va in un qualche modo monitorata, aggiustando il tiro, quando serve. Lista che è anche cronologia e biografia.

Ripensate al 2010  e scrivete quello che vi viene in mente. Poi rileggete questa lista tra un anno, a fine 2011 (se sarete riusciti a non perderla). E capirete cosa intendo. Sembrerà di assistere ad una serie di fotogrammi della memoria, una mini-storia personale composta di capitoli, un cortometraggio delle proprie vicissitudini.
E' un po' come fermare un attimo il tempo. Certo, ci vuole immaginazione.
Questo è quello che si può scrivere del mio 2010, nei punti Salienti:

- Lezioni imparate. Di vita, di fiducia, di amicizia, di snowboard.
- Elaborazioni. Di testi, di perdite, di cambiamenti.
- Riscoperta della Libertà di Pensiero. E della Libertà più in generale.
- Buoni propositi realizzati (qualcuno solamente ipotizzato, vabbè, dai).
- Evoluzione dell' idea di Serenità.
- La Capannina dei Franceschi ha sempre un suo Perché.
- Sofferenza a tratti. (Rimpiazzata poi dall' evoluzione del concetto di sofferenza e da chili di cioccolata).
- Nel marasma delle questioni esistenziali, inizia a correre. Il vantaggio è sempre buona cosa. Sempre.
- Pista innevata e tavola da snowboard: vicinanza esponenziale a quello stato di estasi psichica, detto in esoterismo, Nirvana.
- Chi l'avrebbe mai detto che sarei riuscita a cantare al Karaoke senza morire di imbarazzo? (Eppure).
- Finalmente meno rimpianti. (Odiosi).
- Le paste con la crema Chantilly sono patrimonio di bontà suprema. Aiutano la crescita (del culo, ma questo non è rilevante. No?)
- E' incredibile quanto una canzone, se cantata in coro da una ventina di persone, almeno, sia emozionante. E faccia scendere le lacrime. ("Domani")
- Mangia, prega, ama. (Già, il film. Non sono forse azioni prioritarie?)
- Beppe Cavani e il Tancau Beach. Con gli accordi di DeAndrè sbagliati e quel cielo stellato. proprio Quello. 
- Avete mai visto l'aeroporto di Tortolì? E' un angolo di mondo dimenticato. E molto suggestivo. Con i tavolini  del bar e le galline sulla pista di atterraggio.
- Evoluzione del concetto di Autonomia.
- Diffidenza verso le donne che impiegano piu' di mezz'ora a prepararsi. E di quelle che evitano cronicamente i parcheggi a "esse".
- Abbandono delle Abitudini Noiose.
- Sano cinismo.
- L'autoironia, alle volte, salva il culo.
- La Capoeira. Una fatica indicibile. Ma un gran divertimento.
- Una domenica sulla collinetta della piscina di Casina tonifica.
- Rivedersi dopo 15 anni fa un certo effetto.
- Ci provo sempre a trattenermi, ma quando ricevo un regalo mi commuovo.
- Uno dei piaceri della vita: discesa con gli slittini di notte, dopo una cena nel rifugio.
- Sub Zero Nitro e il primo 180°. Dai!
- Concerto di pianoforte. Evocativo, se non troppo soporifero.
- Tenere una Scatola dei Ricordi, ma non guardarne mai il contenuto.
- Confronti difficili.
- Monterosso. Che weekend, De Pietri!
- Ricredersi, quando necessario.
- Aterballetto, prova tangibile di perfezione,sacrifici e impegno.
- Il caco-mela è delizioso.
- Esemplari di narcisimo, da maneggiare con attenzione.
- Abbracciare migliora significativamente l'umore.
- Che Rivoluzione, il trattamento alla Cheratina!
- Nei momenti di sconforto, evitare l'ascolto di "See the sky about to rain" di Neil Young.
-Matrimoni,Travestimenti&Addii-al-nubilato: una certa noncuranza del significato di "essere adulti".
- Sai cosa c'è? C'è che, alla fine, "L'amore conta".
- Wakeboard. Difficoltà livello massimo. Soprattutto se non hai mai visto prima una tavola da wakeboard.
- Il fascino di un quaderno vuoto.
- Let it Shine. (E anche Let it Be. Ovvio).
- Mostre di pittura e fotografia. Per stare da soli con i propri pensieri.
- Tommy degli Who rimane uno dei migliori album di sempre.
- Vi siete mai chiesti cosa significa innamorarsi, ma innamorarsi davvero però?
Cioè - in sintesi - come si fa a distinguere quello 0,1% di probabilità che succeda di innamorarsi di colui/colei che abbiamo di fronte, per quello che E'. ( L'altro 99,9%  succede che ci si innamora dell' IDEA che ce ne siamo fatti, di questo povero colui/di questa povera colei, idea costruita in modo del tutto arbitrario, egoriferito e - ancora peggio, surreale - adattandola a soluzione onnicomprensiva dei nostri fallimenti, delle nostre paure, delle nostre ansie da abbandono o "bisogni" di varia natura. Ergo, passando quasi tutta la durata di una presunta storia d'amore a cercare di cambiarsi a vicenda, tra gelosie-incazzature-costrizioni-limitazioni-perdite di energie per fare cose molto più utili). E questo è amore, mi chiedo?
E poi, quanto dura, questo presunto Amore? Beigbeder direbbe che dura tre anni. Io dico un po' meno. Almeno la prima fase dell'innamoramento dura poco, poi c'è da vedere quanta voglia si ha di mettersi in gioco.

Intanto me la sono scritta qua, la mia lista.
Che per la fine del prossimo anno ho buone possibilità di non averla persa. (A dirla come va detta, il non perderla non è poi così auspicabile: c'è da prendersi la responsabilità  - autoriferita - di quello che si scrive, poi. Ma credo ne valga la pena).
 



Amare qualcuno che vi ricambia è narcisismo. Amare qualcuno che non vi ama, questo è amore.
F. Beigbeder.

venerdì 19 novembre 2010

Alla voce Bozzetto, Bruno.

1987. Giù di lì. O 1988. In quell'anno ricordo la mia piu' grande Paura: entrare in camera di mio fratello per un motivo banale, ma incisivo. I poster degli Iron Maiden.
In quegli anni difficili da sorella minore, le mie memorie infantili spaziano tra estreme fughe da angherie, soprusi, botte, coppini, silenzi comprati (da parte mia) e traditi (da parte sua - di mio fratello).
Egli poteva esercitare un potere assoluto e incontrastato nei miei confronti, vuoi per i suoi 190 cm in altezza, vuoi per i 13 anni che distanziano le nostre rispettive nascite (1968-1981).
A onor del vero, c'è un però. Lo capii solo tempo dopo, molto tempo dopo, quando sopraggiunse l' Età della Ragione. O presunta tale.
Oltre all'imposto regime di dittatura (e all'attuale risentimento per avermi cestinato tutta la raccolta dei Fivelandia 1,2,3,4,5,6,7,8) mio fratello fece anche qualcosa di buono, per me e per la mia crescita. C'è da riconoscerlo. E questo "Qualcosa di Buono" è riassumibile in punti. Quattro, per la precisione.
Punto Numero 1 - Mio fratello decretò "Innuendo" come una delle migliori canzoni dell'anno. Del secolo. Anzi, di tutti i tempi. Ora e Sempre. Archetipo prototipo della definizione perfetta e assoluta di "canzone meravigliosa". Insomma, qualcosa di eccezionale.
E quell' Innunedo mi accompagnò fedele nelle giornate di ozio e compiti, di corse, di maturità da preparare e di saggi di ginnastica ritmica da eseguire, senza farsi cadere il cerchio in testa, possibilmente. Tra lo stupore generale (no, non per l'esibizione. Solo per la colonna sonora: fui l'unica ad avere il buon gusto di evitare la Pausini o il Battito Animale di Raf. Fu quello il motivo di tanto furore, probabilmente, ma, come al solito, lo capii solo dopo. Beata innocenza).
Mi accompagnò, in seguito, oltre a Innuendo, tutta la discografia di quei quattro genii. Con testi, aneddoti e vinili (con quelle copertine superlative, poi!).
Punto numero 2 - Mio fratello decretò "Mai dire Banzai" come IL programma televisivo dell'anno. Premio-idiozia assoluto a un pullmann di Giapponesi alle prese con rocce di gommapiuma (o non era gommapiuma?) porte scorrevoli e ponti tibetani scivolosi,  in una specie di giochi senza frontiere masochistico e al limite dell'impossibile. Botte da orbi  sottotitolate e commentate dalla Gialappa's.
Gialappa's band, presenti anche all'appuntamento con radiocronaca dei vari Mondiali, con Mai dire Goal e tutte le trasmissioni del palinsesto serale di Italia 1. (Ad oggi, che Mai dire Banzai non viene piu' trasmesso, e la Gialappa's ha perso un po' del suo originario vigore, la mia scelta ricade su Jackass. Mtv. Il livello di idiozia è simile, ma a Jackass si fanno male davvero, secondo me. E poi, insomma, ecco....c'è una cosa da dire...sono rapita dal fascino subdolo e selvaggio di Mr. Knoxville, ma, esendo egli sposato con prole, non diteglielo. Ho una moralità da preservare.)
Punto numero 3 -  Decretò  Stefano BenniDaniel Pennac  come scrittori assolutamente da inserire nella lista "Da Leggere" . Per quanto riguarda Benni, attenzione riservata in particolare ai libri La Compagnia dei Celestini, Bar Sport , L’ultima lacrima e, molto più recente, La Grammatica di Dio (2007); per quanto riguarda Pennac, La Prosivendola e La fata Carabina. 
Punto numero 4 - Decretò, inoltre, il podio dei premi Oscar come migliori film di quegli anni '80: al terzo posto, “La mia Africa”, al secondo posto “Labyrinth” (vedi post precedente) e al primo , strameritato,  “Allegro, non troppo”, di Bruno Bozzetto. Se non lo avete mai visto, dovete imprescindibilmente vederlo. Dovete!
Allegro non troppo è un film del 1976 a tecnica mista (metà dal vero, metà d'animazione) prodotto e diretto da Bozzetto. L'idea del film nasce da un ascolto casuale del Bolero di Ravel, che diede a Bozzetto l'immagine di una crescita continua e incontrollata. Bozzetto desiderava dare una risposta con una diversa mentalità, sensibilità e gusto all'illustre precedente, costituito da Fantasia della Disney. Questo film doveva costituire un superamento ironico del modello, qualcosa di più e di diverso,a partire dai contenuti: ecologia, consumismo, sessualità, politica.
Allegro non troppo si distingue nettamente dall'opera americana perché la musica serve da sfondo per le storie che vengono narrate nei singoli episodi. Come racconta lo stesso autore «Ho visto dodici volte Fantasia. Disney ha dato una illustrazione essenzialmente grafica della musica, mentre io ho cercato di raccontare delle storie. (...) È molto più difficile realizzare una storia seguendo la musica che non abbandonarsi alla fantasia grafica.»
Gli episodi animati sono composti da musiche classiche, nello specifico Debussy (Preludio al pomeriggio di un fauno), Dvoràk (Danza Slava n° 7), Ravel (Bolero), Sibelius (Valzer triste), Vivaldi (Concerto in do maggiore), Stravonskij (L’uccello di fuoco). Ognuno di questi animazioni è in stretta relazione con la musica che lo accompagna – un capolavoro, in particolare, appunto, l’episodio del Bolero di Ravel.
Ecco, erano quattro, i Comandamenti in vigore a casa Bigi, in quel lontano 1987. O giu' di lì. Solo quattro, ma di tutto rispetto. Credetemi. Anzi, credetegli.





domenica 14 novembre 2010

Sull' Incertezza (E altri drammi).

Succede spesso, che mi rompa le palle: sfogliando giornali, leggendo articoli, guardando trasmissioni, girando per blog (scusate, ma "girare" è un verbo che amo molto di piu' di "navigare". In una rete informatica, per me, ci vai "in giro" senza mezzi di trasporto ulteriori, a parte il mouse. Niente imbarcazioni di sorta).
Per esempio, prendiamo la Politica. Ora, se volessi leggere di politica, mi renderei conto che è impossibile leggere di politica. Perchè lei stessa è stata privata del suo significato etimologico-sostanziale-contenutistico-pratico-enciclopedico e  non comprende più le categorie classiche di pensiero (soprassiedo a conflittualità varie di schieramento, questa è un'altra storia e la lascio volentierissimo ai "presunti" addetti ai lavori).
Al suo posto sono stati inseriti sinonimi, come (per esempio, ovviamente eh): corruzione-soldi-puttane (sottotitoli alla pagina 777 di televideo: stipendi folli, bunga-bunga, tangenti, prestazioni sessuali, esenzioni, favoritismi). Insomma, si parla di gente a cui non capita mai di doversi alzare alle 8.00 del mattino e immettersi in nove chilometri di coda in tangenziale. O di dover pagare l' Imposta Comunale sugli Immobili. Cazzo.
Mi sono rotta le palle anche delle solite facce, dei soliti articoli, dei vari Vespa, Minzolini, della Carfagna, di Michelle Hunzicker (che, non contenta di essere su canale 5 almeno tre ore al giorno, di avere baciato John Travolta - invidia!- di avere fatto un centinaio di film con Vanzina, viene a rompere i coglioni anche al Teatro Valli, qui. A Reggio).
Mi sono rotta anche di  Tiziano Ferro e della sua musica (è questo Lo Scandalo, quello vero, non le sue abitudini sessuali. Che, detto tra noi, chissenefrega. De gustibus, no?) e di Justin Timberlake che ha il blocco musicale (non era poi tipico dello scrittore, il blocco? Mah). Che sfiga, chissà come farà, poveretto, a tirare avanti la baracca e rincuorare la Diaz. Mentre è ancora innamorato di una che, dal 1999, ancora vestita da pudica e vergine scolaretta, non si perde una nottata all'insegna della Lussuria con qualsiasi esemplare di sesso maschile. E non. Questi sì che sono classificabili alla voce - Drammi Umani.
A proposito di questo senso di noia,  di apatia e malesseri generalizzati, vi riporto una frase di Marco Davoli, (titolare del Ristorante "Il Pozzo"), intervenuto come relatore al convengno sul Marketing del Territorio Reggiano: "Il nostro centro storico è bello, ma vuoto. Sono tutti alle Caprette che si rincorrono".
Questa frase mi ha fatto molto ridere per due motivi: è vera. Stravera. E ci riguarda un po' tutti, noi reggiani. Alzi la mano chi non è mai andato alle Caprette a correre (o a rincorrere - Dio diede a Noè istruzioni ben precise: Leoni e anche Gazzelle sull' Arca). 
Provocazioni a parte, io ho una paura fottuta della noia, della Monotonia. Per non parlare dell' Incertezza e delle Aspettative, poi. Se parliamo di Incertezza filosofica credo sia  difficilmente risolvibile anche dopo mille speculazioni, ma senza troppi effetti collaterali; l'incertezza quotidiano-pratica, invece, credo che, oltre che essere difficilmente risolvibile anche dopo quarant'anni di contributi pagati allo Stato, abbia incidenza negativa  del 99,9 % sulla realizzazione di  quella che mi piacerebbe chiamare Personale-Progettualità. Già. Tra le due, la seconda è peggio.
Il problema è che sono una sensibile, io. Con problemi progettuali-finanziari ai massimi storici, per di più. E questo connubio è un tasto dolente, ve lo assicuro.
In merito alle aspettative...bè, cazzo, queste sì che fregano. I sogni sono il motore dell'esistenza (o dovrebbero esserlo), i progetti non c'è male, si salvano in zona Cesarini, ma le aspettative sono stronze nell'anima. Stronze-stronze. Danno il punto di confine, la taratura personale per stabilire dove sono collocate nel Platonico Mondo delle Idee, la Felicità e Tristezza. Delusione e rabbia VS Motivazione e serenità.
E' difficile non ascoltarle, pero'. Sono sempre lì, in agguato, che sussurrano, a volte gridano e straparlano.
Ma non è giusto dare loro la possibilità di decidere per noi: insomma, credo serva un po' piu' di distacco, dalle cose e lasciare andare a fare in c--- (come sono volgare in questo post - ma così è detto come va detto)  le aspettative. Imparare a dare il giusto peso a quello che succede, senza  superficialità, d'accordo, ma anche senza per forza classificare ogni evento come "Tragedia: bassa/media/alta entità".
Ho testato una cosa fondamentale, nei miei 29 anni: tutto cambia, prima o poi (spesso prima più che poi). Ergo, con prima si accetta il cambiamento e si utilizzano tutte le proprie risorse, meno si soffre. Se è vero che il cambiamento permette l' Evoluzione, facilitiamola allora, questa  evoluzione, che ne abbiamo seriamente bisogno.
A tutte queste presunte mie consapevolezze, ci si mette anche  la Natura che, da subito, insegna il significato di Abbandono: l'infanzia (non saremo in eterno serviti, lavati, riveriti e puliti dopo le operazioni di evacuazione), il possesso dei genitori (capiremo che la mamma non è di nostra proprietà e che il papà non è il nostro fidanzato - viceversa i maschietti), le idee utopistiche (la Teoria della Relatività è già stata scoperta), la libertà egoistica (non faremo sempre e comunque tutto quello che vorremo - eh, lo so, è bello mettere il dentifricio in faccia a chi dorme), l'agilità giovanile (anche se ci sono dei sessantenni che mi doppiano nella podistica di Correggio, vabbè) e la ricettività dei sensi (abbandono precoce, questo, a danno dell'udito causa eccesso di decibel).
Dovremo abbandonare tutto. Poi, volendo essere precisi, ci faremo anche una ragione dell'impossibilità di trovare l'ultima figurina mancante all'Album Panini - sconosciuto  terzino di riserva dell' Atalanta (Baresi invece è sempre doppio, vai a capire) - e dell'abbandono dell'agognato, bisettimanale, soggiorno balneare. Che tre giorni di pioggia te li fai sempre. Sicuro.
Nella vita è tutto così incredibilemente effimero: in questo infinito ci sono situazioni, legami e affetti ai quali cerchiamo di favorire un grado maggiore di certezza, trattandosi però di approssimazioni. E le approssimazioni, per definizione, non sono precise.
In quel margine di scarto tra eccesso e difetto, che non sappiamo nè calcolare, nè prevedere, ci guarderei a fondo. Alle volte si capiscono tante cose. Alle volte ci si sturla forte. Alle volte va a finire che trovi la figurina di quel terzino dell' Atalanta (no, quella non ce l'hai doppia. Solo Baresi) e finisci l' Album. Succedono anche i colpi di Culo.
Succedono, succedono. E' che vanno un po' cercati, non si vedono sempre così, a occhio nudo.

(Ora, il discorso mi condurrebbe alla ritrita solfa dell' "Essenziale-è-Invisibile-agli-occhi". Dell'addomesticare la volpe e della rosa nella teca. Però sono buona, è domenica giusto, ve la risparmio, tranquilli.

Una cosa pero': sarebbe stato bello chiudere con una note polemica.
Uhm. Sì.
Quasi quasi...

Figo eh il Piccolo Principe, ma alla fine ha rotto le palle anche lui.


Ecco. Soddisfatta.




 Order and Chaos - M.C. Escher, 1950

mercoledì 10 novembre 2010

La musica è cambiata. (La musica è cambiata?)

C'è da dire che sto capendo, mentre leggo Playlist, il motivo per cui la Daria Bignardi ha deciso di portare all'altare Luca Sofri (adesso sono le donne che portano gli uomini all'altare, non viceversa).

Luca Sofri è nato il giorno in cui in America usciva "I feel fine" dei Beatles.
E' giornalista e conduttore radiofonico italiano; scrive attualmente per i quotidiani La Gazzetta dello Sport, Il Foglio, l' Unità e per le riviste Vanity Fair, GQ, Wired e la rivista online Il Post.
Gestisce un blog personale Wittgenstein 


Nel 2006 ha pubblicato per Rizzoli il suo primo libro intitolato Playlist, una «guida alle 2556 canzoni di cui non potete fare a meno», ristampato in un'edizione aggiornata nel 2008.
Ed è il libro in questione.

Trovo geniale il suo riuscire, e molto bene anche, a raccontare le canzoni. Raccontarle per quello che sono, nel vero senso della parola: senza associazioni di idee, senza ricondurle languidamente (non se ne puo' piu', diciamocelo) a nostalgie passate o amori lontani.
Senza tanti giri di parole Sofri collega un titolo di canzone (sia conosciute, sia molto sconosciute) a qualcosa di concreto, contestualizzandolo.
Quasi 3000 canzoni da tenere a mente, scelte con quello che vorrebbe essere il criterio di Bello.
Belle canzoni. E non sempre famose, "a volte una bella canzone arriva da dove meno te lo aspetti".

Vi riporto l'introduzione alla sezione The Beatles:

"E che, vuoi fare la playlist dei Beatles? Sei scemo? E quante ne metti, settantuno? Beh, metti che questo libro capita in mano a uno giovane, giovane giovane, hai visto mai che serva anche la playlist dei Beatles. (I Beatles, caro figliolo, sono stati i piu' grandi scrittori ed esecutori della storia: erano quattro, poi a uno... gli hanno sparato sotto casa e un altro è morto di malattia. Erano bravi, dammi retta)."


Riporto anche cio' che Sofri scrive di due canzoni "abbastanza" conosciute, pur se in zone geografiche differenti. Queste rendono bene l'idea di cosa intende lui per.....

"Non sono una signora" (Traslocando,1982) - L. Bertè
Grande pezzo, scritto da Ivano Fossati. Diversamente da altre, lui non ritenne di cantarla: con qualche mancanza di spirito. Lei ci vinse il Festivalbar: si presento' sul palco vestita da sposa, ci inciampo' dentro e cadde. Un volo a planare. Metafora di mille metafore: aveva conosciuto il suo futuro marito - otto anni piu' giovane di lei - sull'aereo (un volo a planare) che la portava a New York per incidere "Non sono una signora", ma il matrimonio era andato in pezzi prestissimo. E aveva avuto un destino tempestoso anche il successivo, quello con Bjorn Borg. Ma come ricordarlo, ora?


"Heroes" (Heroes, 1977) - D. Bowie
Naaaaaaaaaa, na-naaaaaaa...... Non sono tante le canzoni che sopravvivono all'ascolto plurimo, decennale, sfinente, accompagnato da tutta la retorica sulla loro immortalità. Per esempio, "Stairway to heaven" no. "Like a hurricane" sì. "Heroes" sì sì sì. Strasì. Potrebbero farne la sigla di Porta a Porta e vi verrebbe voglia di guardare Porta a Porta (forse; forse no). La leggenda vuole che sia stata ispirata dalla visione di due che si baciavano davanti al Muro di Berlino, quando Bowie abitava là. Robert Fripp ci mise la chitarra, e Brian Eno il resto.

Ps. A proposito di Fab Four, esce oggi il libro a fumetti loro dedicato:  Beatles a Fumetti  edito da SKIRA (240 pagine, euro 39.00), un libro di Enzo Gentile e Fabio Schiavo

domenica 7 novembre 2010

November Rain. E la Sindrome del Bilancio.

Le Domeniche sono così: sempre maledettamente uguali.  Non c'è niente da fare. Quelle di Novembre, poi.
La Domenica è un giorno critico, ma anche molto democratico, a pensarci bene, in quanto non esula nessuno da un difficile compito: quello del Bilancio-Considerazione-Valutazione.
Credo che questa fatica del cuore e della mente sia uno dei motivi per cui si verificano eventi universali apocalittici: per  metà dell'anno sono a rischio di collasso le autostrade verso il mare e per l'altra metà l' Autostrada del Brennero. L' Ikea diventa affollata come il concerto dei Pearl Jam all' Heineken (cè il Klippan al 20% di sconto, vuoi mettere). Ogni Santissimo Natale l'ultimo film di Vanzina continua a fare incassi che nemmeno la saga di Star Wars (anche se sarebbe divertente vedere Massimo Boldi che si cimenta in un addestramento alla stregua di Ananin Skywalker). La Fiera della Castagna di Borgo Tre Case diventa l' Evento Imperdibile stagione 2010. Il derby di serie D Real Cesenatico-Real Rimini richiama una tifosera degna di San Siro, con fumogeni e striscioni annessi.
All'avvicinarsi del weekend (quindi già il martedì o il mercoledì, possibilmente, giusto per stare sicuro) dedichi una buona mezz'ora alla pianificazione del  cosa fare-dove andare-chi incontrare e stilare una bozza di Programma tassativo e inflessibile. Chè c'hai da scappare da una quantità indefinita di parenti/garbugli/rimpianti/seghe mentali/rimorsi/autodistruzioni/nostalgie/rimembranze passate remote-remotissime-e-anche-meno-remote-di-quello-che-credevi. (Il bello è che ancora non sai che questo garbuglio ti seguirà piacevolmente, ovunque tu andrai - già, suona come una minaccia, ma a vedere bene, non lo è).
Ignaro, le provi tutte: zoo, giro sul Doppio Ranger, acquario di Genova, mostra di Vattelapesca, inaugurazione dello scarpolino sotto casa. Esercizi fisici di varia natura. Meditazione. Feng Shui. (Consiglio, mentre orienti il letto a nord, evita di imbatterti nello scaffale Abum Fotografici e Lettere varie). Pulizie. Camminata sulla Pietra di Bismantova. Giro al Lago con panino al salame e servizio fotografico al povero cigno di turno. Tagliare il rame sul tetto in pigiama e ciabatte, seguendo le istruzioni di tuo padre (che ne sa di piu' di te, di come si taglia il rame). Lavare l'auto. Rilavare l'auto dopo un'ora, che è piovuto. Tutto il palinsesto calcistico in onda, a partire dalle ore 13.00 (ricordo con nostalgia lo sfigatissimo pendolino di Mosca che accompagnava la Guida al Campionato di qualche anno fa) fino alla replica notturna di Lumezzane-Reggiana.
Anche Venditti e Concato, con le loro svariate Domeniche buone, bestiali e da buttare hanno celebrato solennemente questo giorno Sui Generis. Non condivido però l'automatica associazione ragazza che aspetta la telefonata del suo moroso (che evidentemente non chiama) = triste e la coppia che se ne va in giro = felice e contenta, in barba a tutti.  Si vede che Concato, in quel 1982, doveva proprio essere molto innamorato, perchè io vedo un sacco di coppie incazzate nere, la Domenica. (Soffro pensando a quegli uomini costretti al pranzo dalla suocera - o, peggio, allo shopping da centro commerciale, fungendo da Reggimilaborsaelagiaccaperfavoreamore).
E vedo anche un sacco di ragazze emancipate, ben consapevoli che l'andamento degli umori domenicali non dipende da una telefonata. (Okei, dal Bilancio magari un po' sì, ma da una telefonata no, dai eh).
Invece Freddie (pace all'anima sua) c'aveva visto lungo, lui che, come canta in Lazing on a Sunday afternoon, alla domenica si riposava (d'altra parte come biasimarlo, con tutte le tournée che doveva macinare all'epoca). Altro che struggersi per amore o partecipare alla maratona del paese. Anche lui si sara' fatto i suoi Bilanci, di Domenica, ma in tutta tranquillità, steso sul divano, tra una birra e un po' di zapping.
E Freddie ha ragione, alla fine sarai costretto a desistere da tutti questi programmi: il Bilancio domenicale è sempre in agguato, ma c'è da prendere in seria considerazione che possa essere in positivo. Ed è sorprendente che succede molto piu' spesso di quel che ti immagini.
Sempre quella vecchia storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Intanto, partirei con il non rovesciarlo, quel bicchiere, anche perchè ci sarebbe poco da interpretare, dopo.

Dimenticavo, Buona Domenica.


(Ps. Il piu' delle volte un libro e una pizza risolvono grossi guai. Provare.)

giovedì 4 novembre 2010

Tra Rischi Indicibili e Traversie Innumerevoli.

" Con rischi indicibili e traversie innumerevoli io ho ritrovato la strada per questo castello oltre la città dei Goblin, per riprendere il bambino che tu hai rapito. La mia volontà è forte come la tua e il mio regno altrettanto grande. Tu non hai nessun potere su di me"
Sono queste le parole pronunciate da Sarah a Jareth nel film Labyrinth.
Labirynth, esatto. Dove tutto è possibile.
Girato da Jim Hanson (creatore dei Muppets), nel 1986, questo film ha dichiarato guerra alla mia preadolescenza. Ha turbato sovversivamente tutta la sacrosanta Quiete e  la sacrosanta Ingenuità, caratteristiche del momento anagrafico di una novenne (credo di averlo visto nel '90): con un Dawid Bowie appena uscito dal periodo Ziggy Stardust (se vogliamo anche un po' stanco e affaticato) e una sedicenne Jennifer Connelly,  fresca fresca di liceo.
Vuoi per i personaggi strambi (Sir Didymus, una cavalleresca puzzola che cavalca un cane da pastore o la lumaca francese che invita Sarah a prendere una "tasa di tè" in "casa" sua).
Vuoi per la "Magic Dance" di Bowie, che, sotto sotto, questo David-Jareth, era un Gran Uomo di palcoscenico, oltre ad un abile rubacuori. (Considerazioni, queste, fatte in seguito).
Vuoi per l'indovinello delle due porte (ho trovato la soluzione cercando su google qualche mese fa, circa 20 anni dopo. Me ne dolgo).
Vuoi per i richiami ai quadri di M.C. Escher (le scale del castello di Jareth).
Per tutta questa serie di motivi considero Labyrinth (e i Goonies, ovviamente) un' Epifania nel mio passato, un pezzo di storia, senza la visione del quale credo sia difficile superare orgogliosamente quella che si definisce come "età della crescita". (Poi intervengono altre problematiche, d'accordo, ma questa è un'altra storia).
Intanto, risolvetevi l' indovinello delle porte. Mentre ascoltate Magic Dance del Duca Bianco.


Indovinello delle Porte


Soluzione