Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







mercoledì 12 gennaio 2011

Take me down (to the Paradise City).

Non vorreste cadere giù, alle volte?

Ci sono un sacco di opzioni dal quale farlo:

-Dal pero.
-Dalle nuvole.
-Dalle fantasticherie.
-Dalla finestra.
-Dalle illusioni.
-Altro (indicare cosa)

E sentire proprio quella sensazione precisa. Di toccare il fondo.
(Che vi è probabilmente poi già capitata, almeno una volta. Vero? No? ....NO?!!)

Quando hai la certezza che sia impossibile andare ancora più giù, perchè un più giù non esiste. 
Quel periodo, random, in cui succede che la tua vita decide di rovesciarsi, di invertire la rotta, di cambiare tutte le carte in tavola senza avere chiesto (a te) nessun consulto. Nessun parere, niente. Nemmeno qualche ora di preavviso per darti il tempo di preparare le tue cose. Uno zainetto, qualche paia di mutande, uno spazzolino, quelle cose lì, insomma.
Niente.

Ti renderai conto che dovrai assorbire il colpo, ma non te ne renderai conto subito.
Dovranno passare giorni, anche mesi forse. Poi dipenderà sempre tanto dalla tua capacità di adattamento alla costante imprevedibilità della vita. Quella che Darwin chiamava con il termine "selezione naturale".
E così che dovrai rimboccarti le maniche, dovrai accettare la sofferenza e soffrirla tutta, in modo che non possa tornare a un pericoloso livello soprasoglia nel tuo cuore. Poi dovrai lasciarla andare, dovrai lasciare spazio alle emozioni positive, alla serenità. Prima che potrai. Prima che sia troppo tardi e il tuo sguardo sia cambiato, prima che quella luce negli occhi si sia indebolita.

Chè c'è da fidarsi della vita. Di quel che fà. Anche se sembra così avventata, alle volte.

Perchè Toccare il Fondo (e ognuno ha la propria interpretazione in merito) regala una massa infinita di possibilità molto fighe: di rifare le cose fatte male, con più esperienza. Di aggiustare il tiro. Di trovarsi in situazioni inaspettate. Di reinventare. Di riscoprire delle cose di sè che si erano dimenticate. Di scoprirne di nuove, mettendosi in gioco. Di ritrovare le proprie passioni, i propri tempi, la lucidità e il distacco. Di prendersi un po' meno sul serio. E di Divertirsi. Da matti.

Già, capita. Alle volte.
Credo ne valga la pena di toccare il fondo se poi.
E' da prendere in seria considerazione.

Detto qui tra noi, mi sono accorta di una cosa: sarà mica che quando tocchi il fondo, arrivi a Città Paradiso? - No, non quella di Grignani, per favore.
Intendo quella where " the grass is green and the girls are pretty" (e data la mia tendenza etero, spero che a Paradise City the boys are cool too).

Ps. E se proprio siete inconsolabili, ecco un video trash, ma veramente trashissimo. Annata '92. Così trash da tirare su il morale. A confronto di questo Paolo Vallesi un po' sfigato - che ha toccato il fondo con le dita - non possiamo che fare altro che sentirci Supereroi, Highlanders quasi (questo è uno di quei casi indiscutibili in cui il confronto alimenta la propria autostima).
(Questo tipo di confronto attivo lo classificherei anche come tecnica di analisi riconsociuta dall' Ordine degli Psicologi: "Confronta la tua sfiga con quella di Paolo Vallesi". Avremmo meno a che fare con casi di personalità Borderline. Molti meno). Grazie Paolo.

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